FOTO - Pillole di Skauza's


AMSTERDAM

 

Viaggio ad AMSTERDAM (10-11-12 Aprile 2004)

(scritto da Totti)

E' una sera come le altre in quei dei 100 e Pasqua è vicina.  Si discute sulla possibilità di andar via per il weekend sfruttando il lunedi di festa. Fra le varie ipotesi spicca ad un certo punto anche Amsterdam.  L'idea trova parecchi consensi (chissa come mai..) e subito si fanno due calcoli per vedere la fattibilità.  In aereo? Troppo tardi per trovare un volo a buon prezzo.  In treno? Troppo sbattimento. In macchina? Se siamo in tanti spendiamo troppo. Alla fine decidiamo di affittare un monovolume in modo da ridurre i costi e fare il viaggio tutti insieme. Alla proposta aderiscono CIPO, VANDER, BEA, LUCA, VALERIO, TOTTI e SURY per un totale di 7 persone, numero perfetto per il nostro scopo.  
Riusciamo a trovare in un auto-noleggio una Opel Zaffira da 7 posti e decidiamo di partire venerdi 9 dopo cena ma...........cazzo !! Ci ricordiamo che la stessa sera al Punto Nord c'è la festa di compleanno dell'Alessia e paccare così platealmente non è molto corretto.......  Si decide quindi di trovarsi in cumpa, caricare la macchina , andare al Punto, bere, mangiare e poi partire verso l'una di notte.
Ci troviamo alle 22.30 quando da lontano vediamo arrivare Sury con la faccia triste della serie "mi è morto il gatto" e clamorosamente annuncia il forfait !!  Ebbene si, mentre era a lavoro gli è esploso un forno in faccia causandogli uno svenimento; non si sentiva al top e ha preferito non venire. Ma non tutti i mali vengono per nuocere (con rispetto al malcapitato).....già in 6 lo spazio vitale era ridotto ai minimi storici e se fossimo stati in 7 le condizioni del viaggio sarebbero state simili a quelle dei treni diretti ad Auschwitz durante l'olocausto.
Carichiamo la macchina e ci accorgiamo che i sedili posteriori sono strettissimi e il retrotreno della Zaffira viene subito ribattezzato "tugurio". Andiamo al Punto, mangiamo la torta, facciamo il brindisi, 2-3 giri di caffè e siamo pronti a partire. Veniamo salutati come eroi che intraprendono un viaggio ostile con la speranza di vederli un giorno tornare.

Comincia il viaggio, entusiasmo a mille, partono i cori "SU CANTIAMO TUTTI INSIEME CE NE ANDIAMO AD AMSTERDAM, AMSTERDAM !!" e "E LA MAMMA DI SURIANO E' IN VETRINA AD AMSTERDAM, AMSTERDAM!".  Al posto di guida Cipo affiancato da Vander, Totti e Bea con la telecamera nei sedili di mezzo, Valerio e Luca nel tugurio.  Arriviamo all'altezza di Cormano e non si sa per quale motivo Cipo e Vander cominciano a bozzare.  Bea intona: "PRIMO LITIGIO! VOGLIAMO IL PRIMO LITIGIO!".
Piove a dirotto, entriamo sull'autostrada che ci porterà in Svizzera e senza accorgercene prendiamo in pieno una mega pozza d'acqua; un'ondata impressionante avvolge la macchina, non si vede più niente, aquaplanning a nastro e silenzio di tomba.  Cipo, grazie alla sua chilometrica esperienza riesce ad evitare il peggio e riporta la vettura in carreggiata. 

Stiamo per entrare in Svizzera: "Mi raccomando, non facciamo i pirla che prima passiamo la dogana meglio è!" è la frase di rito. Ci avviciniamo all'entrata della dogana e ci accorgiamo che Bea ha la telecamera accesa e sta filmando.  Marea di insulti piovono sulla sua testa ma è troppo tardi; il doganiere lo sgama e con voce imperiosa gli ordina di spegnere. "E' fatta.....ora ci smontano la macchina....." è il pensiero che ci accomuna in quel momento.... Invece no, classico controllo dei documenti e poi via.  Lassù qualcuno ci guarda..... 
Cambio alla guida: Vander al posto di Cipo che passa al ruolo di navigatore satellitare. "Okkio che qui sono fiscali coi limiti di velocità" ricordiamo a Vander appena innesta la prima.  Detto e fatto: Kakarrutti scanna come un pazzo, ad un certo punto affronta una curva a sinistra in entrata di galleria sulla corsia di sorpasso e vediamo sbucare dalla curva (cieca) un omino in divisa che intima l'alt. Inchiodata paura per evitare di sfondare il posto di blocco, "Adesso ci incula" osserva Cipo.  Lo sbirro comincia a colloquiare in lingua italo-svizzera con Vander che ben presto si trova in difficoltà. "Io non capire" è la impalpabile sceneggiata che il pilota mette in atto per evitare di rispondere alle continue domande del pinguino svizzero.  "A kuanto foi andare?" chiede lo sbirro.  Dal tugurio si suggerisce 70-80 km/h ma Bea, dalle retrovie colto da un improvviso attacco di pazzia, esclama: "Più o meno sui 120 !".  Faccia incredula dello sbirro: "120! 120!No ! No ! No !" e comincia a farci un predicozzo sulla velocità, sul pericolo, bla bla bla.....manco fosse nostro padre.....  L'unica cosa che Vander riesce a dire, nel pallone più totale, è : "Guardavo la strada, non ho fatto caso al contachilometri...."  Pur di estorcerci qualcosa lo sbirro ci fa notare che i due dei sedili di mezzo (Totti e Bea) sono sprovvisti di cintura di sicurezza e ci fa il gentile omaggio di due multe da 40 euri ciascuna.  Figlio di zoccola......ma poteva andare peggio.

Ripartiamo e per tutta la Svizzera non accade nient'altro (salvo lo sgomento quando vediamo davanti a noi una Opel Zaffira identica alla nostra.......trainata da un carro-attrezzi....).  Passiamo Lucerna e Basilea e arriviamo al confine con la Germania.  Bea, passato alla guida, recupera tutti i documenti e li mostra al doganiere.  Ci accorgiamo che ne manca uno, quello di Luca che nel frattempo si era lasciato andare fra le braccia di Morfeo. Tra mille peripezie riusciamo a svegliarlo e a farci dare la carta d'identità.  E' buio pesto e il doganiere prende il torcione per guardarci bene in faccia uno ad uno.  Rimane per lunghi attimi sulla faccia sfatta di Luca ma tutto fila liscio.  Alla media di 170 km/h Bea si spara tutta la Germania, attraversando Friburgo, Karlsruhe, Francoforte, Mannheim, Koln e puntando verso Dusseldorf e Duisburg.  Ci alterniamo nel tugurio a causa di crampi e perdita di sensibilità alle gambe che colpiscono gli sventurati che ci passano.  Quando vediamo il cartello "Dortmund" capiamo che qualcosa non va......siamo fuori strada ma di poco, torniamo indietro e riprendiamo la retta via.  Ormai è giorno e finalmente arriviamo ad Arnhem, prima città olandese dopo il confine.  Canti di gioia, siamo in Olanda, abbiamo passato due dogane e ora nulla ci può fermare!  Passiamo Utrecht ed è boato quando vediamo il cartello AMSTERDAM.
La meta preferita dai giovani europei, la città dove quasi tutto è lecito,
non è più un sogno.

La felicità lascia spazio allo stupore non appena cominciamo ad ammirare la città, i suoi canali, le case storte sprofondate nella sabbia, le migliaia di biciclette senza freni parcheggiate in stazione e i ciclisti che sfrecciano come pazzi nelle loro apposite corsie.  La voglia di scendere e andarsi a rinchiudere nel primo coffeshop a nostra portata visiva è tanta......ma la razionalità ha il sopravvento e decidiamo di cercare un albergo dove sistemarci.  Totti, ormai esperto della città essondoci stato per ben due volte, è l'unico che riesce a dialogare in inglese senza farsi prendere dal panico.  Entriamo in un ufficio turistico, li dentro una ragazza cessa, una stragnocca vestita di pelle e un pelato orrendo impegnato a mangiarsi un panino farcito di una strana cosa arancione-fuxia.  A prenderci in consegna è la ragazza cessa (sempre meglio del tipo pelato) e subito ci trova un albergo in centro città a buon prezzo.  Sta cosa ci puzza un po' e comunque lasciamo l'acconto alla tipa e andiamo a cercare l'albergo.  Giriamo per mezz'ora come pazzi ma di sto posto neanche l'ombra.  Veniamo a scoprire poi che non era situato in centro, bensì in periferia...... Al che ritorniamo nell'ufficio turistico e Totti, un po' da incazzato, fa capire alla tipa che può fregare gli inglesi.....ma noi no.  La tipa si scusa, ci ridà l'acconto e finalmente ci trova un albergo, un po' caro ma stavolta veramente in centro, in mezzo al quartiere a luci rosse.  Malgrado il prezzo accettiamo, più per stanchezza che per rassegnazione e ci dirigiamo verso l'albergo.

"E' un po' caro ma deve essere bello".  Non mi ricordo chi l'ha gufata ma sta di fatto che ci hanno dato le due camere più brutte e più fredde di tutto l'albergo.  Totti e Cipo finiscono nel semi-interrato, accanto alla camera dove si cambia il personale, gli altri in un mega stanzone, probabilmente qualche ora prima adibito a ripostiglio.  Tempo zero e siamo già fra i vicoli del quartire a luci rosse.  Entriamo nel primo coffeshop che troviamo, lo Shiba e una cappa di fumo ci avvolge totalmente.  Ci dirigiamo verso il bancone dove ci attende un tipo sorridente che ci mostra le "specialità" della casa.  Acquistiamo e torniamo in albergo per farne una degustazione.  Mentre siamo in costruzione qualcuno (di cui non faccio il nome....) fa notare che è possibile guardare il canale porno della pay-tv dell'albergo ma che prima bisogna chiamare la tipa della reception per l'attivazione.  Tutti si rifugiano nel fatto che non sanno dialogare in inglese......e cominciano a tartassare Totti di richieste.  "Io non faccio questa figura di merda, ve lo scordate" sbotta Totti.  Ma dopo mezz'ora di asciugate e insistenti pressioni Totti non ce la fa più, prende il telefono e chiama la tipa della reception.  Rimane d'accordo che si sarebbe fatta sentire lei ad attivazione compiuta.  Passano i minuti e ad un certo punto si sente bussare alla porta: è la tipa. Tutti, colti da un'improvvisa febbre da coniglio, si imboscano, chi nel cesso, chi sotto il letto, chi dentro l'armadio..... Tutti tranne Totti ovviamente che con calma olimpica apre la porta e si trova davanti la tipa della reception che in quel momento avrà pensato "Che pervertito......".  Dice che per quella stanza non era possibile attivare la pay-tv (regge quindi la mia teoria del ripostiglio.....) e fa un mega cazziatone per il semplice motivo che in albergo non è concesso assaporare le prelibatezze olandesi.

Ormai è pomeriggio inoltrato e decidiamo di farci una pennica per recuperare le forze in vista della serata.  Ci svegliamo verso l'una di notte scoprendo che il sonno ci ha sopraffatto.  Ci cambiamo in fretta e furia e in men che non si dica siamo già in giro per la città.  A quell'ora i coffeshop chiudono e non ci resta altro che un sano giro panoramico per le vetrine di Amsterdam.  Rimaniamo sbalorditi da cotanta gnocca e dal vedere una città così diversa dalle altre, fino a quel momento conosciuta solo per "sentito dire".  Night, locali di strip-tease, sexy shop e tante altre attrazioni rendono senza fine le notti di Amsterdam.  Luca, Vander e Valerio assistono anche ad un accoltellamento...... Mentre camminiamo, da ogni parte della strada si sentono strane voci del tipo: "Psssssss......Psssssss......Italiano ? Coca, ero, trip.....", voci che ci accompagneranno per tutto il weekend.  La famazza avanza, Vander si spara un kebab, Luca due hamburger gli altri tranci di pizza e dolci-mattone.  Termina la serata e si va tutti a dormire.

Il giorno seguente, domenica, ci alziamo non troppo tardi e subito ci mettiamo alla ricerca del Bulldog, il primo coffeshop di Amsterdam.  Lo troviamo ma prima di entrare svaligiamo il negozio di articoli ufficiali a fianco al locale.  Ci sediamo, facciamo colazione e ci deliziamo con i "piatti" forti della casa, tra cui la famigerata TOP44.  Per tutto il giorno vaghiamo per la città dentro e fuori dai coffeshop, dai fast-food e dai negozietti dove compriamo regali e gadgets; troviamo anche il tempo di visitare Piazza Dam e i fattoni sdraiati sotto il suo obelisco.  Dopo due giorni scopriamo che non è una bella idea quella di camminare nella corsia riservata alle biciclette......Il tempo passa, è già sera e via di nuovo per vetrine a farci due risate (sempre accompagnati da "Pssssss......Pssssss.....Italiano ?").  Certi vicoli sono così stretti che ci passano a malapena due persone e ci si ritrova praticamente con la faccia attaccata alla vetrina con la strafica di turno che ammicca in modo molto arrapante.  Scopriamo con piacere di non essere gli unici italiani (donne in vetrina comprese....) a tal punto che fuori dai night sentiamo i papponi che urlano "Jamme 'uagliò !".  La giornata è stata intensa e ci apprestiamo a passare l'ultima notte in albergo.

E' arrivato il fatidico giorno del rientro in Italia.  Facciamo gli ultimi assaggi e nel primo pomeriggio saltiamo su in macchina pronti per partire, in modo da arrivare in cumpa per la tarda serata.  Ma c'è ancora il tempo per una breve visita all'Olympia Stadium, il mitttttico stadio dell'Ajax.  Una strada ci porta in una galleria sotto la struttura; quando ne usciamo possiamo ammirare il favoloso impianto in tutta la sua modernità.  A fianco allo stadio i campi di allenamento e restiamo sbalorditi quando vediamo l'Ajax che si allena coi tifosi a bordo campo separati da loro da una semplice recinzione, senza nessun tipo di sicurezza.  Roba che se fosse così in Italia si andrebbe volentieri ad Appiano Gentile a trovare Materazzi........magari con un cric in mano.........
Il momento della partenza è giunto, l'ultimo ricordo di questa stravagante città è racchiuso in
questa foto di Vander.  Il viaggio di ritorno non è come quello di andata, c'è skazzo , nessuno parla, si litiga per il tugurio mentre Luca si fa le tabaccate in una pipetta comprata in un negozio di Amsterdam.  Le ore volano, passiamo le dogane senza mai essere fermati e scatta il tormentone "Se avessi saputo che non ci avrebbero fermato me ne sarei portata un po' a casa.....".  Arriviamo a Lissone dopo mezzanotte e ad attenderci gli altri della cumpa felici di vederci in carne ed ossa e non in qualche foto sul giornale.  Tiriamo un sospiro di sollievo, un po' dispiaciuti di essere tornati ma in fondo appagati da questa breve vacanza nella Terra Promessa.  Noi ci siamo stati ! .....ed ora siamo pronti a raccontarla a tutti.