FOTO - Invisibili

 

MARCO BERRY

presenta

 

Lissone, Novembre 2004.

E' un giorno come gli altri. Marco si aggira come di consueto fra i giardinetti della cumpa del "100" di Lissone. Marco è uno dei tanti, Marco è un "invisibile". 
Un passato felice, poi un susseguirsi di avvenimenti che hanno scosso la sua vita e che lo hanno traghettato fino al presente, fatto di povertà ed emarginazione. "Quando guardo al futuro, vedo il presente e rimpiango il passato" è la sua triste sentenza sulla vita con cui apre la nostra conversazione. Marco cammina con passo lento, senza una meta , sul volto i duri segni della vita da strada (una vistosa benda copre il suo occhio destro in stile "pirata"), ci mostra i posti dove trascorre le sue giornate e le panchine dove passa le sue interminabili notti.
Un tempo anche lui era felice; cresciuto in un buon ambiente e benvoluto da tutti, dedito alla famiglia e al perbenismo; insomma, il classico " bagaj da spusà". 
Ci racconta di quando lavorava presso una ditta in qualità di elettricista, puntuale negli orari e nei lavori; uno stile di vita esemplare, tanti amici, una ragazza (Alessia) ma qualcosa non lo convinceva. Da tempo la sua passione era divenuta il giornalismo e convinto fosse la sua naturale vocazione, abbandona la ditta presso la quale lavora per dedicarsi a tempo pieno a inseguire i suoi sogni. Tenta con scarso successo l'avventura ne "il Cittadino" ma i soli articoli che i redattori gli commissionano, sono riguardanti le feste nella Casa di Riposo. Affranto ma mai domo, ripiega sul mensile di musica "Rolling Stronz" ottenendo discrete soddisfazioni, ma un articolo poco edificante sugli "SPINGIDURO" gli costa il posto di lavoro. Privo di raccomandazioni, si scontra con la dura realtà lavorativa, fatta di paraculi e bustarelle. Non riesce più a trovare un posto fisso, balza da destra a sinistra come una pallina del flipper, e come si sa , prima o poi la pallina ti finisce nel buco.... Il nervosismo lo porta a fallire le poche occasioni che ha per riemergere, diventa scontroso con tutti finchè un giorno litiga violentemente coi suoi genitori e viene cacciato fuori di casa. Senza un tetto dove stare chiede aiuto alla parrocchia nella quale è cresciuto; viene qui ospitato per qualche mese finchè non viene beccato dalla perpetua mentre ruba le offerte della chiesa. Inevitabile lo sfratto e la scomunica.
Comincia a chiedere prestiti ai suoi amici ma non riuscendo a restituire neanche un centesimo si vede voltare le spalle anche da loro. 
Ma il peggio deve ancora arrivare: senza più amici e ridotto ormai sul lastrico, viene mollato dalla sua ragazza che a lui preferisce un parcheggiatore del Gallery
Marco è disperato, non sa più cosa fare e dove andare.  La precaria situazione finanziaria lo porta ad elemosinare.  Si fa prestare da un conoscente una chitarra e viene visto in giro per la brianza a strimpellare le canzoni di Van de Sfross e Nanni Svampa per poter racimolare qualcosa. Anche qui le cose gli vanno male: un passante (di cui Marco ricorda solo la sigla "C.S.I." stampata sulla maglietta), per un simpatico scherzo gli taglia tutte le corde e il povero sventurato non ha i soldi per comprarne altre. A questo punto conosce Alvaro Giobbasicura , noto pregiudicato dalla fama agghiacciante, che gli propone un'offerta per poter guadagnare qualche soldo: combattimenti clandestini da strada ("Street Fighters"). Accetta di suo malgrado e nel suo primo match contro il famigerato maniaco sessuale Turbato Thomas perde un occhio, a causa della foga animalesca dovuta all'evidente crisi di astinenza del suo avversario. 
"Ormai avevo toccato il fondo , pensavo che per me non c'era più nulla da fare" ci rivela Marco. "Ma un giorno mi sono svegliato e mi sono detto: oggi può essere meglio di ieri, ma non migliore di domani, non ho nulla da perdere! Mi sono alzato e mi sentivo un'altra persona."
Marco comincia a guadagnarsi una certa reputazione nella sagre dei paesi della bassa brianza, sconfiggendo al pungiball i più grandi tamarri del posto. Inoltre si rende socialmente utile aiutando Nando ,proprietario di un bar, che per riconoscenza gli regala un cellulare (per la cronaca un Nokia 5210 con la cover blu chiaro...). 
Piano piano sta rientrando negli ingranaggi della società, non sarà facile ma noi gli auguriamo buona fortuna.
Adesso Marco è sereno, convinto che presto risalirà la china. Coi fazzolli trovati per terra si accende un fuoco per riscaldarsi. Si addormenta con un sorriso perchè sa che al suo risveglio sarà un giorno migliore.

(P.S. con sommo rispetto ai veri "invisibili". n.d. Totti)